Chiesa di S. Anna, già S. Maria delle Grazie

 

E’ questo il titolo originario attribuito a quella chiesa fino al sec. XVIII, quando, pur restando Rurale e senza alcun possedimento, mutò il nome in S. Anna venendo a mancare l’eremita ufficiale al quale era destinata. La struttura infatti di forma quadrata oblunga era divisa da un muro che riservava l’abside, piccolissimo vano, all’eremita e la gran parte rimanente a chiesa rurale. Essa aveva due entrate laterali opposte ed una finestra munita di grata in ferro, comoda per il passante che volesse pregare senza entrare.


 In una descrizione del 1664, vengono messi in evidenza i seguenti fatti storici: il Romita residente doveva avere Litteras Patentales, cioè il permesso scritto da parte dell’abate di S. Salvatore per occupare quella chiesa ed anche per poter elemosinare nel territorio. L’eremita di quel periodo era un certo Agostino di Carluccio di Vaccareccia il quale riscuoteva denaro e viveri dai passanti, anche per tenere in ordine la chiesa. Lo spazio antistante l’edificio costituiva per il territorio, un importante nodo viario: “ …a destra si va verso i luoghi dell’abbazia, a sinistra verso la Sabina, in mezzo si sale al Convento di S. Francesco, dalla parte opposta verso Longone, che dista un quarto di miglio”. Sia nella chiesa che nel vano dell’eremita vi erano pitture di notevole pregio: un grande crocifisso era affrescato sulla parete divisoria appartenente all’eremita, mentre sulla parete opposta, verso la chiesa, era dipinta l’Immagine di Maria Vergine che, coronata da Angeli, teneva in braccio il Figlio Bambino.  Lungo le due pareti laterali erano affrescate figure di santi fatti eseguire dagli abitanti di Longone da pittori occasionali, per Grazia Ricevuta: ecco perché la chiesa aveva quel titolo, perso quando in un Sinodo di Farfa e di S. Salvatore, terminato nel 1686, si definì che a nessun monaco poteva essere concesso ed assegnato un romitorio come dimora permanente: da chiesa romitorio cambiò in chiesa di S. Anna, protettrice delle gestanti anche perchè accanto all’edificio è sempre visibile una copiosa polla sorgiva, che richiama un antico tempio dedicato a Diana, protettrice delle partorienti come la greca Artemide. Sembra infatti che le donne incinte di Longone, per grazia ricevuta, si recassero a piedi a Santa Anna con fiori di campo che lanciavano verso l’altare dalla finestrella di fondo!

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