Festa in Onore dei Santi Cosma e Damiano

La festa patronale si svolge il 26 ed il 27 settembre e richiama molti longonesi emigrati. Da Roma, in particolare, vengono pressochè tutti: il paese si ripopola, si sveglia, rifluisce la vita. Voci, chiasso, allegria. Le campane risuonano al tocco e alla corda. Ben tre sacerdoti celebrano la Messa solenne ed un coro a quattro voci intona in latino l’inno dei martiri e l’inno ai SS. Cosma e Damiano Sanctorum meritis. Due comunque sono gli eventi caratteristici della ricorrenza: i foconi della vigilia e la processione con la macchina dei Santi.

Tutto il popolo partecipa devoto e commosso alla processione che si muove e si snoda tra la chiesa parrocchiale ed il piccolo santuario agreste dei SS. Cosma e Damiano sito a ridosso del cimitero.


Al suono della banda musicale e al canto delle ragazze, una volta chiamate zitelle figlie di Maria, vestite di bianco, sfilano per le strette e ripide vie del paese il Reliquiario dei Santi tra i sacerdoti ed i chierichetti con l’incensiere, candelabri e grossi lampioni, il Crocifisso con tettuccio di stoffa, il Crocione e le statue vivacemente policrome dei Santi Protettori. Questi hanno un aspetto assai giovanile e tengono in mano un libro, un astuccio con gli strumenti chirurgici e la simbolica palma del martirio. I loro piedi sono fissati alla macchina, ovvero una grossa portantina di color oro ed avorio, sorretta a spalla da quattro uomini in camice rosso vermiglio con sciarpa diagonale gialla, scortati per il cambio da altri quattro uomini in camice giallo solare con sciarpa diagonale rossa.
La macchina dei Santi seguita dalle donne salmodianti, dagli uomini silenziosi e compunti e da tantissima gente giunta da tutti i paesi vicini.
La sera conclusiva, oltre ai rinfreschi offerti dai festaroli in ogni giorno di festa al ritorno dalla processione, si svolge un grandioso spettacolo pirotecnico, seguito dalla musica e dal tradizionale ballo della Pantasima.

Foconi – 26 Settembre ore 19.00

 I foconi sono centinaia di grosse fascine di ginestra secche appositamente collocate sul crinale delle montagne circostanti. La sera del 26 settembre, a segnale dato, vengono accesi tutti contemporaneamente al passaggio della processione che dal Santuario fa ritorno al paese. Ne risulta uno spettacolo unico e suggestivo: sulle colline intorno fuochi di ginestre, enormi e scoppiettanti, persino preoccupanti ma ben sorvegliati, illuminano tutta la zona donando unatmosfera suggestiva e densa di sincera emozione. Uno spettacolo grandioso che vuole rievocare con enfasi il rogo al quale furono sottoposti i gemelli martiri, le fiamme che lambirono ma non bruciarono i santi. E la gente festaiola passa contenta ed intrepida tra quelle fiamme come a sfidare in un’antica ordalia il fuoco del giudizio di Dio che punisce i cattivi ma risparmia i buoni.

 

Inno ai Santi Cosma e Damiano

 

Sanctorum meritis inclita gaudia
pangamus, socii, gestaque fortia:
gliscens fert animus promere cantibus
victorum genus optimum.

Hi sunt, quos fatue mundus abhorruit.
Hunc fructu vacuum, floribus aridum
contempsere tui nominis asseclae,
Jesu, rex bone coelitum.

Hi pro te furias atque minas truces
calcarunt hominum saevaque verbera:
his cessit lacerans fortiter ungula.,
nec carpsit penetralia.

Caeduntur gladiis more bidentium:
non murmur resonat non quaerimonia:
sed corde impavido mens bene conscia
conservat patientiam.

Quae vox, quae poterit lingua retexere
Quae tu martiribus munera praeparas?
Rubri nam fluido sanguine, fulgidis
cingunt tempora laureis.

Te summa o Deitas, unaque poscimus;
ut culpas abigas noxia subtrahas,
des pacem famulis; ut tibi gloriam
annorum in seriem, canant. Amen.

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